mercoledì 28 dicembre 2011


Mi chiedo se davvero la ricetta proposta da Monti si ala ricetta giusta per salvare l’Italia.
È ormai ovvio e scontato che l’Italia deve fare cassa per ripianare i propri debiti, ma possiamo ritenere equa una manovra che colpisce i ceti medi e le classi più deboli? Abbiamo sostituito un governo politico con uno tecnico asserendo che la dimissioni del precedente Presidente del Consiglio dei Ministri avrebbe di colpo fatto calare lo spread di almeno 100 punti base (Letta, quello del PD, credo lo abbia ripetuto a gran voce fino quasi a perderla) salvo poi scoprire che lo spread se non è aumentato è quanto meno rimasto invariato galleggiando poco sopra o poco sotto quota 500 pb (ed anche quando era diminuito, l’effetto benefico non è stato dovuto ad un miglioramento dei tassi sui Titoli del Tesoro italiano qunto ad un peggioramento dei rendimenti dei bund  tedeschi).

Anche oggi leggo una dichiarazione di Debora Serracchiani dove sontuosamente afferma che i tassi sui BTP a 6 mesi si sono dimezzati: magra consolazione visto che il grosso del debito è fatto con i BTP decennali.
Mi chiedo se questo super governo tecnico (fatto da pochi volti noti e da tante sorprese) non abbia fatto altro che adottare la politica del “piuttosto che fare male (o peggio) è meglio non fare nulla”. Un fare nulla di innovativo e di realmente risolutivo per le sorti del nostro paese: chi realmente doveva pagare per avere creato il debito pubblico non ha pagato, i costi della politica sono aumentati (è di pochi giorni fa la notizia che gli stipendi dei dipendenti della Camera sono aumentati del 15%, in barba a qualunque crisi ed al taglio dei costi della politica), e a pagare sono sempre i soliti noti, cioè le famiglie, i pensionati, i possessori di case gravate da mutui che ora oltre alla rata del mutuo devono pagare anche una tassa su qualcosa che nella pratica non è di loro proprietà, la casa, che diventerà di pieno possesso solo una volta terminato di pagarlo. Mi chiedo quindi se questo nuovo governo rappresenti realmente un punto di svolta e di rottura con il passato oppure sia il più preciso indicatore della continuità con chi, diciamocelo pure, ha dimostrato di non sapere guidare l’Italia.

Pagano i soliti noti: aumento delle accise rende ancora più difficoltoso l’utilizzo dell’auto, e di fatto riduce il potere di acquisto degli stipendi dei milioni di pendolari che goni giorno in auto fanno decine e decine di kilometri per recarsi al lavoro e deprime anche il turismo perché benzina più cara vuol dire anche meno spostamenti in macchina, generando una contrazione dei consumi dei servizi turistici con conseguenti difficoltà delle imprese e dei suoi lavorati.
L’aumento dell’IVA, oltre ad avere un effetto recessivo perché riduce i consumi per via dell’aumento del prezzo finale da pagare, aumenta inevitabilmente il mercato nero…. E non mi sento di condannare chi fa ed accetta del nero in quanto è ormai una questione di pura sopravvivenza.

Mi permetto allora di indicare la mia personale ricetta per la crescita del nostro sistema economico:
--- lotta all’evasione fiscale a tutti i livelli (avete ad esempio idea di quanti affitti in nero ci siano nelle città universitarie?);
--- diminuzione del cuneo fiscale per imprese e riduzione della tassazione per sui salari e gli stipendi;
--- salary cap per le istituzioni politiche: € 4.000,00 al mese omnicomprensivo per ogni deputato e senatore è più che sufficiente, possibili bonus legati alla presenza in parlamento e nelle commissioni e sulle proposte di legge presentate; azzeramento di tutti gli altri benefit (viaggi e cinema gratis, cure mediche gratuite in qualunque struttura italiana ed estera, ci si può curare come ogni comune mortale, obbligo di pranzare alla bouvette nonostante i nuovi prezzi , che rimangono in ogni caso ridicoli rispetto a quanto costa un pranzo o una cena per noi comuni mortali); obbligo a viaggiare in aereo in classe economy e comunque scegliendo il volo più economico tra quelli possibili in base al tragitto da percorrere;
--- spostamento dell’equilibrio finanziario dalla tassazione diretta alla tassazione indiretta (i servizi costano di più ma viene abbassata la tassazione sui lavoratori). Provo a fare un esempio: diventa accettabile pagare l’autostrada più cara, i francobolli più cari, vanno bene anche i ticket sulla sanità, ma devono essere controbilanciati da un aumento del potere d’acquisto dei salari  e degli stipendi attraverso una riduzione della ormai insopportabile pressione fiscale. La regola dovrebbe essere: se utilizzo un servizio lo pago (magari anche caro), ma se non lo utilizzo non lo pago e spendo di più perché è minore la pressione fiscale e quindi ho maggiore potere di acquisto. Maggiore potere di acquisto vuol dire maggiore capacità di spesa, che vuol dire a sua volta maggiori consumi. Maggiori consumi vuol dire maggiore produzione e fatturato per le imprese e quindi maggior fabbisogno di personale;
--- stabilizzazione dei lavoratori precari anche nel settore privato: le aziende possono usufruire dei benefici della Legge Biagi (contratti interinali e contratti a tempo determinato solo fino ad una ben precisa percentuale del personale dipendente a tempo indeterminato, diciamo pari al 20%) solo se nello stesso periodo dell’anno precedente hanno assunto a tempo indeterminato almeno il, diciamo, 30%, dei lavoratori precedentemente assunti con contratto a tempo determinato di qualsiasi natura;
--- rafforzamento della struttura patrimoniale delle imprese: ormai è finita l’epopea delle PMI, per essere dei player vincenti in mercati sempre più grandi ed aggressivi occorre avere anche una struttura produttiva solida, un mercato internazionale, ed una situazione patrimoniale solida. Per perseguire questi obiettivi occorre favorire le fusioni di imprese per la costituzione di grandi poli industriali italiani capaci di sfruttare al meglio le enormi potenzialità della nostra struttura produttiva. Naturalmente questi benefici non devono tradursi in maggiori profitti per gli azionisti ma in aumento delle struttura produttiva, generando quindi maggiore occupazione;
--- fare accordi internazionali con paesi come la Svizzera, sul modello di quanto fatto dalla Germania;

Non pretendo di avere trovato la ricetta giusta, ma in questo modo davvero credo si darebbe davvero slancio all’economia. Un tempo ero molto più convinto che il mercato, come ci insegnavano nelle aule universitarie, trova sempre un suo equilibrio portando benefici per tutti gli operatori; poi mi sono decisamente ricreduto su questa teoria accettando l’ipotesi evidente del fallimento del mercato perfetto convincendomi che ogni mercato (cioè ogni economia) crea benefici per tutti solo quando lo Stato diventa il maggiore imprenditore; ahimè questa teoria ci ha portato alla situazione attuale di crisi finanziaria, per cui la via d’uscita è una e una soltanto: LA CRESCITA ECONOMICA.
Una manovra di sole tasse non fa altro che deprimere ulteriormente i consumi.
Buone feste a tutti, sperando che il 2012 sia molto migliore del 2011 che se ne sta per andare… anche perché se dovesse essere peggiore sarebbe davvero una catastrofe….
Una volta io dissi “peggio di così non si può andare” e lei mi rispose “una volta toccato il fondo si può sempre cominciare a scavare”… spero davvero che il nuovo anno smentisca questa teoria.