venerdì 8 febbraio 2013

Al Direttore della Gazzetta di Parma

Riporto con piacere il testo integrale della lettera pubblicata oggi dalla Gazzetta di Parma e dal sito www.tempi.it a proposito della soppressione del quoziente Parma da parte del sindaco Federico Pizzarotti e della giunta comunale del Movimento 5 Stelle:


Gentilissimo Direttore,

Pizzarotti ci ha mentito. Ha mentito a me, e ha mentito a Grillo, in data 3 Febbraio sotto il palco di Parma al termine del suo intervento. Sono uno di quei genitori che quella sera si è presentato in piazza con il passeggino vuoto. Ho seguito on-line il consiglio comunale di ieri e sono profondamente amareggiata da quanto lì emerso

 

1)      Non è vero che ad essere colpite dagli aumenti sono le famiglie più ricche. L’abolizione del Quoziente Parma confermata ieri in consiglio comunale, ha aumentato le rette di TUTTI, anche delle famiglie con ISEE di 6560 euro, con aumento maggiore quanto maggiore è il numero dei figli. E questa non è una mia supposizione, lo confermano i dati, dati che ci sono stati consegnati direttamente dalla vicesindaco Paci. A titolo di esempio le faccio il mio caso personale, ampiamente documentabile: 5 figli, ISEE 20100, aumento della retta del nido per la più piccola a gennaio: 73%.

2)      Ieri in consiglio comunale è stato ampiamente detto che il quoziente Parma era iniquo, perché l’importo in denaro che veniva scontato sulla retta alle famiglie più povere era minore dell’importo in denaro scontato alle famiglie più ricche. Già questa affermazione è discutibile perché non tiene conto della proporzionalità (la retta degli ISEE più alti è ovviamente più alta e rimane ampiamente più alta pur avendo uno sconto quantitativamente maggiore). Ma diamola pure per vera e fondata. Cos’hanno fatto Pizzarotti e la sua giunta per rendere la situazione più equa? Hanno tolto il beneficio a TUTTI. Hanno tolto anche alle famiglie più povere. Questa è l’equità? E cos’hanno proposto in alternativa? NULLA. Meglio, ci hanno detto: studieremo una soluzione più giusta e più equa. Lo dicano a chi ha già tolto i bimbi dal nido adesso.

3)      Un’alta bugia detta ieri in consiglio comunale: aumenteranno le rette il prossimo anno solo per ISEE superiori a 32000 al nido e 36000 euro alla materna. Sul nido, pur avendo richiesto maggiori dati, sappiamo dal bando, in effetti, soltanto che sopra i 32000 euro si pagheranno 650 euro al mese (1300 per 2 figli), che chi ha ISEE 32000 pagherà 542 euro, chi ha ISEE fino a 6360,17 pagerà 55 euro. In mezzo nulla ancora è dato sapere. Per le materne, invece, è chiaro che gli aumenti partono da ISEE 20.000 euro (ISEE da ricchi no?)

4)      Infine l’ultima bugia di Pizzarotti, la più grossa: domenica sotto il palco ha detto a me e a Grillo che non si poteva fare altro: a causa del debito non ci sono i soldi, non c’era alternativa. Bene, l’assessore Capelli, il giorno dopo, dice che gli aumenti non c’entrano col debito. E finalmente durante il consiglio comunale di ieri esce dalla bocca della dr.ssa Laura Rossi la verità sui motivi che hanno portato all’aumento in corso d’anno delle rette attraverso l’abolizione del QP. E’ stata una scelta politica, perché i soldi si potevano trovare e non si è voluto farlo. Riporto stralci delle parole della Rossi come riferite sulla stampa:

"Finisce qua, questo strumento ha dietro una strumentalizzazione ideologica e politica perché le famiglie veramente in difficoltà non sanno che farsene del Quoziente Parma. …Stiamo parlando di uno strumento politico che fa comodo al centro destra e alla fondazione Forum. ". 

Riporto ancora affermazioni della Rossi questa volta dette prima del consiglio comunale in modo a mio parere poco rispettoso del consiglio stesso : “in merito alla protesta di circa una decina di persone a margine dello Tsunami tour di Beppe Grillo… Sul Qp c'è una polemica strumentale e meramente elettorale. E' un cavallo di battaglia usato da alcuni partiti per far passare questo strumento come aiuto alle famiglie bisognose. In realtà il Qp non è utile a questo scopo e anzi il suo costo peserebbe su chi realmente necessita di una mano".

Nulla di più lontano dalla realtà. Mentre parlava, mi venivano in mente le riunioni del comitato famiglie parma di cui faccio parte, nato solo i 26 gennaio e che conta già 200 famiglie aderenti (quindi almeno 400 persone), le mail che ci scambiamo giornalmente. Ciò che mi passava per la mente era: di cosa sta parlando? MAI, ripeto, MAI tra di noi si è parlato di partiti. Non ho idea di che cosa hanno votato e/o voteranno quelle famiglie e non interessa a nessuno di noi. Anzi, mi correggo, a volte è capitato che qualcuno dicesse: “ho votato Pizzarotti e non è detto che non voti 5 stelle alle politiche”. Il QP non è per noi uno strumento politico, ma ci aiutava concretamente. PUNTO. Ci è stato tolto in corso d’anno e ora molti di noi sono in difficoltà. PUNTO. I figli sono un valore oggettivo, per tutti, che una buona amministrazione dovrebbe  riconoscere anche dal punto di vista economico, questo ci unisce, nient’altro e tantomeno l’appartenenza politica. E poi quanti voti ha preso la dr. ROSSI per essere lì oggi a dire cose di una tale portata. NESSUNO. Non è stata eletta da nessuno, è stata scelta sulla base di un curriculum che, tra le altre cose, riporta una causa vinta con l’amministrazione precedente. Ecco allora il sospetto: l’amministrazione precedente forse metteva a capo gli amici, ora si mettono a capo i nemici di chi c’era prima. Cambia la forma, ma è la stessa cosa. L’amministrazione Pizzarotti, in questo caso, sta facendo il contrario di quel che Grillo dice sui palchi dello Tsunami Tour. Lascia indietro le famiglie con figli, quando si dice che nessuno dovrebbe essere lasciato indietro.

Cordiali saluti

Giuliana Marcon

mercoledì 6 febbraio 2013

Ancora sul quoziente parma, su pizzarotti e sulla giunta del movimento 5 stelle


Dunque, ieri in consigli comunale a Parma, sul quoziente parma abbiamo sentito dire: “è il perché p stato fatto dal centro destra”; “sconto tipo da Zara” (Ageno); “aiuta solo le famiglie con lo stampino tipo chiesa” (Ageno); “i problemi sono ben altri” (Rossi); “è uno strumento ideologico” (Ageno); “lo strumento QP se è costato già troppo è di per se sbagliato; NON AVEVAMO STUDIATO A SUFFICIENZA LO STRUMENTO QUANDO ABBIAMO DETTO CHE ERA BUONO”; “A CONTESTARE Grillo c’erano 4 gatti” (Feci); “il quoziente parma è iniquo e discrezionale” (Furfari); “il quoziente parma premia solo le famiglie perfettine, quelli mamma, papà e figli (Ageno); “i veri poveri non se ne fanno niente del quoziente parma, che aiuta 2.000 famiglie su 85.000 e soprattutto è una invenzione propagandistica delle giunte di centro destra in Italia sospinte dal forum delle famiglie” (Rossi). Tutti gli ordini del giorno delle opposizioni sono stati bocciati: il quoziente parma viene cancellato risparmiando euro 400.000,00 circa; in compenso vengono spesi euro 250.000,00 per l’agenda digitale: così le mamme che dovranno stare a casa dal lavoro perché non posso sostenere i rincari delle rette degli asili potranno navigare più velocemente. CHE SCHIFO!!!!

venerdì 1 febbraio 2013

Quoziente Parma: si o no?


QUOZIENTE PARMA, EQUITA' E COERENZA

 

I consiglieri del Movimento 5 Stelle, in occasione della discussione del bilancio preventivo 2013 del Comune di Parma, hanno definito il Quoziente Parma 'non equo'.

Credo che la miglior risposta a questa affermazione, sia questo comunicato:

 

“In questi giorni si è appreso che il “Quoziente Parma”, una misura a sostegno delle famiglie numerose e/o bisognose che ha come obiettivo correggere il punteggio Isee ed ottenere degli sgravi, è stato sospeso, per non aggravare la situazione del comune con ulteriori costi e carichi burocratici, in attesa di una normativa specifica da parte del governo.
La politica cittadina non ha perso questa occasione per provare a “mettere il cappello” su un’iniziativa che ha avuto successo ed ha colto nel segno delle esigenze delle famiglie. A seconda dei casi infatti, e soprattutto se chi ha promosso l’iniziativa é dell’opposto schieramento, si cerca di ricordare che “in quell’occasione” si era stati pro o contro.
Perdendo così di vista il bene delle famiglie e della collettività, arrovellati nell’eterna lotta del “chi lo aveva detto prima”, sottovalutando che, chiedendo con forza congiuntamente un provvedimento, si risulterebbe più incisivi.
Quando un’iniziativa è buona, andrebbe sostenuta, senza badare al “colore” di chi la sta proponendo.
In questo caso non va approfondito”cosa si sarebbe dovuto fare ieri”, ma il “cosa si può fare “oggi” per non perdere quel sostegno e cercare di recuperare i fondi necessari da altre voci del già martoriato bilancio.
La nostra proposta è di spostare alcune spese per garantire la continuità di questo metodo di calcolo, per avere poi il tempo necessario alla stabilizzazione delle norme nazionali o al reperimento dei fondi necessari su altre voci di spesa.
L’IMU porterà 35 milioni di euro in più, possibile che nulla di tutto ciò possa essere messo a disposizione delle famiglie?
Noi pensiamo non solo che si possa, ma che si debba fare per lasciare una delle poche forme di equità fiscale proposte nell’amministrazione pubblica.”.

 

Premetto subito: non l'ho scritta io. Non l'ha scritto nessuno del Comitato Famiglie Parma. Non l'ha scritta nessuna associazione famigliare. E nemmeno nessun esponente della minoranza. Non l'ha scritta neanche una famiglia arrabbiata per aver avuto un aumento delle rette anche del 70% in corso d'anno.

Ma allora, chi l'ha scritta?

Ma ovviamente il Movimento 5 Stelle di Parma, sul suo sito ufficiale, esattamente un anno fa!!! Basta andare sul seguente link: http://parma5stelle.it/wp/2012/01/quoziente-parma/

E' questa la coerenza del M5S? Come mai, dopo che Pizzarotti aveva promesso in campagna elettorale e scritto nelle linee programmatiche 2012-2017 che avrebbe mantenuto il Quoziente Parma, dopo che aveva continuato a definire il Quoziente Parma uno strumento equo, malgrado lo avesse appena sospeso, come mai ora viene detto che non è più equo?

La verità è una sola. Il Sindaco Pizzarotti ha delegato la materia, su cui evidentemente non aveva competenza adeguata, a persone ideologicamente 'famigliofobe', che, per diversi motivi, hanno sistematicamente smontato quanto di buono fatto sulla famiglia a Parma. Senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze che questo avrebbe comportato per le famiglie di Parma, e per la stessa amministrazione Pizzarotti. Ormai infilatosi nel tunnel, con le proteste a 360', il M5S ha optato per la difesa ad oltranza delle posizioni, anche se sbagliate e, soprattutto, contrarie al mandato con cui il 60% delle famiglie hanno votato Pizzarotti. Una difesa da forte Apache in cui viene smentito anche quanto creduto, detto e scritto nero su bianco, pur di sopravvivere.

Per il bene della città, delle famiglie di Parma, della Amministrazione stessa, è opportuno che Pizzarotti faccia il bel gesto di ripristinare il Quoziente Parma e rivedere gli aumenti delle tariffe su nidi e materne previsti da settembre. Faccia un passo indietro per farne due in avanti. Tra le famiglie e  le persone a lui vicine che ne sono ideologicamente avverse, scelga le famiglie. Ed i figli, che sono il futuro della nostra società.

mercoledì 30 gennaio 2013


Carissimi amici,

Dopo la partenza di sabato scorso desideravamo aggiornarvi sullo stato dell'opera e sulle prossime iniziative.

NUMERI:

Per prima cosa un aggiornamento sui numeri degli aderenti: a oggi siamo oltre 140 famiglie e considerando che il comitato e' sorto 4 giorni fa e' un gran risultato.

STAMPA E TV:

In secondo luogo l'attenzione che la nostra iniziativa ha suscitato e' stata enorme, sia a livello locale, sia a livello nazionale. Abbiamo avuto articoli sulla Gazzetta, sui principali siti locali e domenica sera alcuni dei nostri amici fondatori hanno registrato una intervista con l'inviata di Servizio Pubblico, la trasmissione di Michele Santoro, intervista che andra' in onda Giovedì,  nel corso di uno speciale sulla nostra citta', all'interno di Servizio Pubblico. Quindi, domani ore 21 su La7.

CONSIGLIO COMUNALE:

Oggi si e' aperta la discussione sul Bilancio in Consiglio Comunale. Sono stati presentati 3 Ordini del Giorno da parte dei gruppi di opposizione per il ripristino del Quoziente Parma e per rivedere i previsti aumenti delle rette delle materne previsti per Settembre. Abbiamo riscontrato grande interesse da tutti i consiglieri che abbiamo incontrato.  Ma l'impressione avuta oggi  dagli interventi della Maggioranza e' quella di una posizione granitica di chiusura ad ogni possibile variazione di quanto gia' deciso. Le stesse dichiarazioni dell'Assessore Paci, aldila' di un'apertura di facciata, rimandano a generiche modifiche da effettuarsi più avanti, ma in sostanza confermano l'idea di aver colpito i ceti agiati, quando e' evidente da quanto ci scrivete che non e' cosi', anzi.

PROSSIME INIZIATIVE

Diamo appuntamento a tutti per Sabato alle 14.30 nei locali della Parrocchia di Maria Immacolata, via Casa Bianca, 35; sara' un'occasione per conoscerci e per provare a raccogliere proposte, adesioni, suggerimenti, informazioni. Parleremo anche di una prima iniziativa pubblica che potrebbe essere gia' Domenica.

Come gia' accennato, abbiamo fissato per Mercoledì 13 Febbraio, dopo cena, un'assemblea pubblica in cui potremo spiegare a tutti la nostra posizione ed argomentare puntualmente, casi alla mano, perche' questi aumenti colpiscono indiscriminatamente le famiglie (tutte, non quelle agiate).

A margine, abbiamo coinvolto un paio di commercialisti che ci aiuteranno a sviscerare bene la tematica ISEE dimostrando la incongruenza degli aumenti rispetto alla reale ricchezza delle famiglie.

Stiamo attentamente valutando anche se l'aumento in corso d'anno (soppressione del Quoziente Parma) abbia dei profili di non correttezza dal punto di vista legale. In quel caso valuteremo come tutelarci e tutelare le famiglie.

DIFFUSIONE

Vi preghiamo di continuare a diffondere la questione tra gli amici e nelle scuole /asili riportandoci casi particolari, esperienze, proposte raccolte sul campo. In questi 3 giorni abbiamo letto tante esperienze interessanti con in comune, oltre all'arrabbiatura, una grande dignita' di chi e' conscio di fare un grande servizio alla collettivita' educando i figli, che non chiede elemosine, ne' applausi,  ma solo il riconoscimento della possibilita' di continuare a fare il mestiere più difficile e più affascinante del mondo: la madre e il padre.

A presto

Sintesi dell’incontro di costituzione del Comitato Famiglie Parma

 

Oggi 26/1/2013 è stato ufficialmente costituito il Comitato Famiglie Parma. Il primo nucleo di famiglie ha sottoscritto una carta dei valori che alleghiamo alla presente comunicazione.

 Per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti, si è deciso di:

 

1)      Diffondere il più possibile l’iniziativa in modo da raggiungere le famiglie che potrebbero essere interessate ad aderire al comitato. 

2)      Raccogliere le adesioni. In allegato ci sono due moduli: uno di adesione singola singola (Modulo iscrizione singoli.doc) ed uno di adesione collettiva (Modulo di adesione scuole.doc):

a)   Il primo modulo è da per le adesioni personali. Invitiamo ciascuno di voi a compilare tale modulo con nome, cognome, indirizzo, e-mail, telefono, numero di figli e asilo o scuola materna frequentata), firmarli (la firma è necessaria trattandosi di dati sensibili) ed, una volta scannerizzati, inviarli all'indirizzo e-mail comitatofamiglieparma@gmail.com oppure al fax 0521 037582. In extremis possono essere consegnati ai prossimi incontri in programma.

b)   Il secondo modulo è da utilizzarsi per raccogliere adesioni in asili nido e scuole materne. Una volta compilati e firmati, i moduli di adesione vanno scannerizzati ed inviati sempre all'indirizzo e-mail: comitatofamiglieparma@gmail.com oppure al fax 0521 037582. In extremis possono essere consegnati ai prossimi incontri in programma.

E' opportuno che in ogni scuola materna e asilo nido comunale del Comune di Parma ci sia un referente che si faccia carico della diffusione e del passa parola dei moduli di adesione.

Chiediamo a tutti di aderire e di raccogliere altre adesioni. Perché la raccolta sia più ordinata, chiediamo di comunicare la disponibilità alla raccolta adesioni al numero di telefono del comitato: 349 3499044.

3)     Manifestare pubblicamente nella giornata di domenica 3 Febbraio (si pensava ad uno striscione e a simbolici passeggini vuoti). Ci troviamo per l'organizzazione sabato 2 Febbraio alle 14.30. Informazioni più precise in merito verranno comunicati appena possibile.

4)     Incontrarsi in data 13 febbraio dopo cena (luogo ed orario esatto da definire) insieme a tutti gli aderenti al Comitato (più siamo, meglio è). Per chi fosse interessato e non si è ancora iscritto, questa potrà essere una buona occasione per farlo. Altresì, chi non ha potuto inviare i moduli compilati e firmati, potrà consegnarli sempre in tale occasione. Tale incontro è di primaria importanza poiché in questa sede si definiranno gli ulteriori passi e iniziative.

 5) Siamo anche su Twitter #comitatofamiglieparma.

 Per ora è tutto.

 P.S. Qualsiasi suggerimento e proposta di collaborazione che vada nella direzione del raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati, è più che bene accetto.

COMITATO FAMIGLIE PARMA

mercoledì 28 dicembre 2011


Mi chiedo se davvero la ricetta proposta da Monti si ala ricetta giusta per salvare l’Italia.
È ormai ovvio e scontato che l’Italia deve fare cassa per ripianare i propri debiti, ma possiamo ritenere equa una manovra che colpisce i ceti medi e le classi più deboli? Abbiamo sostituito un governo politico con uno tecnico asserendo che la dimissioni del precedente Presidente del Consiglio dei Ministri avrebbe di colpo fatto calare lo spread di almeno 100 punti base (Letta, quello del PD, credo lo abbia ripetuto a gran voce fino quasi a perderla) salvo poi scoprire che lo spread se non è aumentato è quanto meno rimasto invariato galleggiando poco sopra o poco sotto quota 500 pb (ed anche quando era diminuito, l’effetto benefico non è stato dovuto ad un miglioramento dei tassi sui Titoli del Tesoro italiano qunto ad un peggioramento dei rendimenti dei bund  tedeschi).

Anche oggi leggo una dichiarazione di Debora Serracchiani dove sontuosamente afferma che i tassi sui BTP a 6 mesi si sono dimezzati: magra consolazione visto che il grosso del debito è fatto con i BTP decennali.
Mi chiedo se questo super governo tecnico (fatto da pochi volti noti e da tante sorprese) non abbia fatto altro che adottare la politica del “piuttosto che fare male (o peggio) è meglio non fare nulla”. Un fare nulla di innovativo e di realmente risolutivo per le sorti del nostro paese: chi realmente doveva pagare per avere creato il debito pubblico non ha pagato, i costi della politica sono aumentati (è di pochi giorni fa la notizia che gli stipendi dei dipendenti della Camera sono aumentati del 15%, in barba a qualunque crisi ed al taglio dei costi della politica), e a pagare sono sempre i soliti noti, cioè le famiglie, i pensionati, i possessori di case gravate da mutui che ora oltre alla rata del mutuo devono pagare anche una tassa su qualcosa che nella pratica non è di loro proprietà, la casa, che diventerà di pieno possesso solo una volta terminato di pagarlo. Mi chiedo quindi se questo nuovo governo rappresenti realmente un punto di svolta e di rottura con il passato oppure sia il più preciso indicatore della continuità con chi, diciamocelo pure, ha dimostrato di non sapere guidare l’Italia.

Pagano i soliti noti: aumento delle accise rende ancora più difficoltoso l’utilizzo dell’auto, e di fatto riduce il potere di acquisto degli stipendi dei milioni di pendolari che goni giorno in auto fanno decine e decine di kilometri per recarsi al lavoro e deprime anche il turismo perché benzina più cara vuol dire anche meno spostamenti in macchina, generando una contrazione dei consumi dei servizi turistici con conseguenti difficoltà delle imprese e dei suoi lavorati.
L’aumento dell’IVA, oltre ad avere un effetto recessivo perché riduce i consumi per via dell’aumento del prezzo finale da pagare, aumenta inevitabilmente il mercato nero…. E non mi sento di condannare chi fa ed accetta del nero in quanto è ormai una questione di pura sopravvivenza.

Mi permetto allora di indicare la mia personale ricetta per la crescita del nostro sistema economico:
--- lotta all’evasione fiscale a tutti i livelli (avete ad esempio idea di quanti affitti in nero ci siano nelle città universitarie?);
--- diminuzione del cuneo fiscale per imprese e riduzione della tassazione per sui salari e gli stipendi;
--- salary cap per le istituzioni politiche: € 4.000,00 al mese omnicomprensivo per ogni deputato e senatore è più che sufficiente, possibili bonus legati alla presenza in parlamento e nelle commissioni e sulle proposte di legge presentate; azzeramento di tutti gli altri benefit (viaggi e cinema gratis, cure mediche gratuite in qualunque struttura italiana ed estera, ci si può curare come ogni comune mortale, obbligo di pranzare alla bouvette nonostante i nuovi prezzi , che rimangono in ogni caso ridicoli rispetto a quanto costa un pranzo o una cena per noi comuni mortali); obbligo a viaggiare in aereo in classe economy e comunque scegliendo il volo più economico tra quelli possibili in base al tragitto da percorrere;
--- spostamento dell’equilibrio finanziario dalla tassazione diretta alla tassazione indiretta (i servizi costano di più ma viene abbassata la tassazione sui lavoratori). Provo a fare un esempio: diventa accettabile pagare l’autostrada più cara, i francobolli più cari, vanno bene anche i ticket sulla sanità, ma devono essere controbilanciati da un aumento del potere d’acquisto dei salari  e degli stipendi attraverso una riduzione della ormai insopportabile pressione fiscale. La regola dovrebbe essere: se utilizzo un servizio lo pago (magari anche caro), ma se non lo utilizzo non lo pago e spendo di più perché è minore la pressione fiscale e quindi ho maggiore potere di acquisto. Maggiore potere di acquisto vuol dire maggiore capacità di spesa, che vuol dire a sua volta maggiori consumi. Maggiori consumi vuol dire maggiore produzione e fatturato per le imprese e quindi maggior fabbisogno di personale;
--- stabilizzazione dei lavoratori precari anche nel settore privato: le aziende possono usufruire dei benefici della Legge Biagi (contratti interinali e contratti a tempo determinato solo fino ad una ben precisa percentuale del personale dipendente a tempo indeterminato, diciamo pari al 20%) solo se nello stesso periodo dell’anno precedente hanno assunto a tempo indeterminato almeno il, diciamo, 30%, dei lavoratori precedentemente assunti con contratto a tempo determinato di qualsiasi natura;
--- rafforzamento della struttura patrimoniale delle imprese: ormai è finita l’epopea delle PMI, per essere dei player vincenti in mercati sempre più grandi ed aggressivi occorre avere anche una struttura produttiva solida, un mercato internazionale, ed una situazione patrimoniale solida. Per perseguire questi obiettivi occorre favorire le fusioni di imprese per la costituzione di grandi poli industriali italiani capaci di sfruttare al meglio le enormi potenzialità della nostra struttura produttiva. Naturalmente questi benefici non devono tradursi in maggiori profitti per gli azionisti ma in aumento delle struttura produttiva, generando quindi maggiore occupazione;
--- fare accordi internazionali con paesi come la Svizzera, sul modello di quanto fatto dalla Germania;

Non pretendo di avere trovato la ricetta giusta, ma in questo modo davvero credo si darebbe davvero slancio all’economia. Un tempo ero molto più convinto che il mercato, come ci insegnavano nelle aule universitarie, trova sempre un suo equilibrio portando benefici per tutti gli operatori; poi mi sono decisamente ricreduto su questa teoria accettando l’ipotesi evidente del fallimento del mercato perfetto convincendomi che ogni mercato (cioè ogni economia) crea benefici per tutti solo quando lo Stato diventa il maggiore imprenditore; ahimè questa teoria ci ha portato alla situazione attuale di crisi finanziaria, per cui la via d’uscita è una e una soltanto: LA CRESCITA ECONOMICA.
Una manovra di sole tasse non fa altro che deprimere ulteriormente i consumi.
Buone feste a tutti, sperando che il 2012 sia molto migliore del 2011 che se ne sta per andare… anche perché se dovesse essere peggiore sarebbe davvero una catastrofe….
Una volta io dissi “peggio di così non si può andare” e lei mi rispose “una volta toccato il fondo si può sempre cominciare a scavare”… spero davvero che il nuovo anno smentisca questa teoria.

martedì 4 ottobre 2011

Falce e carrello... atto finale

Siamo forse tornati alla repressione del KGB o alla distruzione dei libri ebrei da parte dei nazisti?
Tutti voi ricorderete la polemica di Esselunga (tramite il suo fondatore Bernardo Caprotti” contro le cosiddette “Cooperative Rosse”. Ebbene, negli ultimi giorni di settembre Caprotti è stato condannato per denigrazione del concorrente e illecita concorrenza ordinando anche il ritiro del suo libro dal mercato. Leggendo la sentenza di condanna appare chiaro che il giudice ha voluto condannare Caprotti per illecita concorrenza in quanto denunciava l’aperto ostruzionismo degli amministratori locali e degli operatori economici delle “regioni Rosse” con un un vero e proprio intervento censorio. Ormai l’art. 45 della nostra Costituzione (La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l'incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità. La legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell'artigianato.) ormai è stato completamente travisato con leggi “ad personam/Coop”: sgravi fiscali dovuti alle veste di “Cooperativa” e facilitazioni di tutti i tipi per permettere alla più grande strutture “rossa” italiana (la storia ci insegna che fu voluta da Togliatti proprio a Reggio Emilia) di diventare un impero economico che muove centinaia di miliardi di euro soprassedendo alle più elementari leggi del libero mercato. Non sono in principio contrario alle Coop, ma credo che strutture di questo genere (così come le banche popolari, altro esempio di cooperativismo a scopo di lucro) dovrebbero essere riformate e poste sullo stesso piano di tutti gli alitr operatori economici per garantire un reale equilibrio del mercato. Sono cliente sia di Esselunga che di Coop (Coop Nord Est) e da tempo mi chiedo: perché per fare la spesa in Esselunga ed in Coop, comprando gli stessi articoli, spendo praticamente la stessa cifra? Se le facilitazioni fiscali di cui godono le Coop fossero davvero traslate sui prezzi (ricordo che le coop non hanno, o meglio non dovrebbero avere, fine di lucro) allora non ci dovrebbe essere una consistente differenza? Applicando gli stessi prezzi (cioè registrando gli stessi ricavi in bilancio) e sopportando minori costi (dovuti in gran parte alle facilitazioni fiscali) è evidente che allora le Coop godono di un privilegio non accettabile sul libero mercato generando quindi un fine di lucro incompatibile con la “veste” cooperativistica. In sostanza le Coop hanno da tempo perso le caratteristiche che costituzione e leggi ordinarie sulle cooperative intendono tutelare: di fatto esercitano una attività economica organizzata che è incompatibile con la loro stessa natura. E chi osa sollevare il problema… FA CONCORRENZA SLEALE!!!!
Si parla tanto di liberalizzazioni, di privatizzazioni, di eliminazione della casta… ma solo di quella degli altri: i privilegi delle cooperative sono intoccabili!!!!!
E ditemi per favore, in estrema sincerità, qual è il beneficio sociale apportato dalla Coop (anche considerando che applica gli stessi prezzi di coloro che coop non sono)?
Il concetgto di fare impresa è differente, ed è con questo spirito che pubblico la lettera che Caprotti ha scritto al Corriere della Sera dopo la sentenza di condanna:

Caro direttore,
dal Corriere di domenica scorsa vedo che la vicenda diventa politica e questo non mi piace. D'altronde lo è. Coop, Legacoop, eccetera, politica lo sono per decisione e scelta di Palmiro Togliatti, nel 1947 a Reggio Emilia. Per quanto riguarda la sentenza, il tribunale di Milano è stato forse clemente: non ha ammesso la diffamazione, ci ha condannato solo per concorrenza sleale. Io sono soltanto sleale, cioè «unfair», subdolo e tendenzioso.
Un niente, di questi tempi! quasi un gentiluomo. E per i danni subiti da Coop per questa sleale concorrenza ha accordato 300.000 euro invece dei 40 milioni richiesti!
Il libro? Non si ordina neppure di bruciarlo sulle pubbliche piazze. Io, per quanto mi riguarda, vorrei però rimettere le cose nei termini appropriati. Quando mi si accusa di «attacco» - per non parlar del resto - si dice una bugia. Sono cose intime, esistenziali, ma perché non dirle? Nell'estate del 2004 sono stato gravemente ammalato e, stordito dal Contramal, un antidolorifico tremendo, caddi di notte in bagno e mi fratturai la colonna vertebrale. Inoltre quattro mesi prima mio figlio se ne era andato. Mio figlio non è mai stato scacciato, mio figlio non ha mai fatto nulla di male, semplicemente si era attorniato di una dirigenza non all'altezza. Per me il suo autonomo allontanamento è stato un grande dolore. Ricordo quell'autunno 2004, come un periodo tristissimo, di grande sofferenza e di estrema debolezza.
È in questo 2004 e nell'anno seguente che, nella mia defaillance, fui oggetto di una vera e propria aggressione.

Le dichiarazioni ai giornali di Aldo Soldi, presidente di Ancc (Coop), che voleva Esselunga, si susseguivano. L'amministratore delegato di una grande banca, tuttora in carica, venne due volte, «dica lei la cifra, la paghiamo in settimana, al resto pensiamo noi». Poi il prestigioso
studio legale, per conto dichiaratamente di Unipol. Sono solo due esempi. Finché l'allora presidente del Consiglio, Romano Prodi, dichiarò in televisione che occorreva mettere assieme Coop con Esselunga.
In quale modo, non disse.
Questo sì che fu l'«attacco» che ci costrinse a fare chiarezza sui giornali! Vorrei poi che qualcuno mi spiegasse come si può «tenere insieme» e condurre un'azienda in queste condizioni. È da tutto ciò che nasce, in sintesi, «Falce e Carrello»! Io avvertii Soldi, poiché la mia educazione ottocentesca a ciò mi impegnava. Ma intendevo solo raccontare alcuni episodi vissuti, documentati, oserei dire, sofferti.
Cioè denunciare qualche «stravaganza», chiamiamola così, di quel sistema. Però, evidentemente, ho commesso un errore e me ne scuso: infatti è stato interpretato come un «attacco» al più grande Istituto Benefico del Mondo, una Istituzione che ha un milione di dipendenti, quando la Croce Rossa Internazionale ne ha soltanto 12.500.
Mi sono così tirato addosso sette cause, che mi sembra possano bastare.
Tutto qua. Io non concepisco questa Italia di destra o di sinistra. Ho amici a sinistra, come certamente ne ho a destra. Sono stato educato nel credo della libertà e nel rispetto del prossimo.
Bernardo Caprotti